Il verbo si fece arte

Stefano Negri e Fulvio Rossi autori del libro “Il verbo si fece arte” editore San Paolo, grazie alle opere di quattro grandi maestri Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Dominikos Theotokopoulos, detto el greco, Rembrandt Armenszoon van Rijn, noto come Rembrandt e Pieter Brueghel, conosciuto come Brueghel il vecchio ci accompagnano nella lettura dei Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

I Vangeli di Matteo, Marco e Luca sono detti sinottici dal greco sinopsis che significa “sguardo d’insieme”. La stesura dei Vangeli, come espresso dalla Dei Verbum, prevede tre tappe.

Nella prima tappa la tradizione evangelica non è solo memoria documentaria ma una memoria che medita, approfondisce, comprende; gli insegnamenti di Gesù, dopo la crocifissione e la resurrezione, sono trasmessi dagli apostoli.

Nella seconda tappa la stesura del Vangelo è preceduta da una tradizione non solo apostolica ma ecclesiale. Nella terza tappa ogni Vangelo è un’opera di uno specifico evangelista che è rispettoso della predicazione precedente senza rinunciare ad una visione individuale di Gesù.

I Vangeli sono un differente ritratto della vita di Gesù dove ogni evangelista tratteggia l’immagine di Cristo cogliendone, dal proprio punto di vista, l’identità; sono dei ritratti da non sovrapporre che consentono di comprendere “la verità” di Gesù.

La funzione dei Vangeli è quella di nutrire la fede; sono un insieme di storia e di interpretazione operata dagli evangelisti stessi ai quali viene concessa qualche libertà, difficile da comprendere da un punto di vista storico.

I Vangeli nascono all’interno di una comunità ed anche i tre sinottici sono in realtà scritti singoli pur se strettamente collegati tra di loro.

L’ordine classico dei Vangeli vede all’inizio Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Nei primi secoli le classificazioni sono molteplici ed è difficile dire quando l’ordine a noi noto si impone sugli altri anche se con buona approssimazione dovrebbe corrispondere al terzo secolo.

Inoltre questa classificazione non rispetta la reale successione storica che vede come primo il Vangelo di Marco ed in contemporanea Matteo e Luca seguiti da quello di Giovanni.

Da un punto di vista teologico la differenza non esiste; Matteo collega Gesù all’Antico Testamento; Marco evita i dogmi della Fede e mantiene un’ alone di mistero intorno al Messia; Luca attua nella stesura del Vangelo una pura narrazione storica; Giovanni invita a cogliere la realtà nella dimensione del “Segno”.

I Vangeli sono una immensa realtà iconografica presi ad esempio come modello dalla cultura e dall’arte cristiana.

Pittori e scultori hanno attinto ai Vangeli creando dipinti e sculture raffiguranti personaggi e momenti della vita cristiana. 

Chi osserva queste opere non “adora” il dipinto e la scultura ma il signore che in essi è rappresentato. 

Il libro, come riportato, in precedenza unisce la parola del Vangelo a quattro grandi maestri vissuti tra il 500 e il 600 periodo che in Italia vede il passaggio dal Rinascimento al Barocco: il Caravaggio (1571-1610); el Greco (1541-1614); Rembrandt (1606-1669); Brueghel il vecchio (1525-1530-1569).

Sono venti i dipinti presi in considerazione; i quattro maestri creano opere d’arte trasformando la figura ed il messaggio di Cristo descritto nei Vangeli in forme e colori nei loro dipinti.

“Il verbo si fece arte” dove l’arte visiva svela il volto del Padre come già avvenuto in passato con gli affreschi delle catacombe, le incisioni sui sigilli delle tombe, i bassorilievi, i mosaici, le pitture e le sculture dove grazie ai colori ed alle forme si crea una raffigurazione della società del tempo.

I dipinti presi in considerazione sono una esegesi silenziosa dei Vangeli. Ciò che i Vangeli annunciano con le parole l’arte lo comunica con i colori. 

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